La famosa interoperabilità

Corrado Truffi
2 min readMar 10, 2023

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Oggi, per l’ennesima volta, ho ricevuto una chiamata automatica sul cellulare, dove una voce registrata mi proponeva di passare a Vodafone.

Mi sono iscritto fin da subito al nuovo registro delle opposizioni, recentemente per sicurezza ho pure rinnovato l’iscrizione, nel timore che distrattamente avessi dato nel frattempo qualche consenso.

Ma continuo a ricevere una media di due o tre telefonate, automatiche, in voce umana o anche mute.

Ma non è del pressoché totale fallimento del registro delle opposizioni che voglio parlare, ma dell’evidenza della cattiva progettazione del sistema e della clamorosa perdurante incapacità della pubblica amministrazione (e probabilmente dei suoi fornitori di software) a mettere in pratica il principio della interoperabilità dei dati che, concretamente, dovrebbe tradursi nel concetto di once only per il cittadino: devi dare le informazioni una sola volta in un solo posto, poi ci pensa l’interoperabilità fra i sistemi.

Il sito del registro è quanto meno bizzarro: se entri per controllare la tua situazione (con SPID o con un accesso con un numero di registro) ti da qualche informazione ma, se per caso ti viene in mente di cliccare su un’altra voce di menu, ad esempio di informazione, esce dalla sessione e per riaprire la pagina devi ricominciare da capo con il lo SPID seguito di tanto di captcha (che, visto che sei certificato da SPID, tra l’altro, non si capisce cosa serva)

Ma questo, per quanto assurdo, non è il peggio. Il peggio e la negazione del once only. Poiché non è la struttura ministeriale che gestisce il registro ad avere il compito di sanzionare gli illeciti dei call center, bensì l’autorità delle comunicazioni, se vuoi segnalare, come mi sono ostinato a fare io, la chiamata indesiderata, devi andare a una pagina del sito dell’autorità.

E cosa hanno pensato i geni? Nel sito del registro c’è in bella evidenza una voce di menu per le segnalazioni, che ti permette di aprire la pagina per la segnalazione sul sito dell’autorità. Dato che, come ho detto, appena esci dalla pagina in cui ti sei loggato, diventi di nuovo in utente anonimo, ovviamente il passaggio alla nuova pagina non si porta dietro nessuna informazione su di te. Quindi per fare la segnalazione non ti basta indicare il telefono chiamante, l’ora, una descrizione della chiamata e la tipologia di servizio reclamizzato, ma anche tutti i tuoi dati anagrafici, incluse-chissà poi perché -, data e luogo di nascita oltre al codice fiscale, la email ecc. E perfino la data in cui ti sei iscritto al registro come informazione obbligatoria. Dato che ovviamente non la ricordi, quindi, o la metti a caso (ma ti viene da pensare che cosi facendo magari la tua segnalazione non andrà a buon fine) o torni a loggiati per l’ennesima volta sull’altro sito per recuperarla.

Quindi, delle due l’una. O c’è del dolo, e questa follia nasconde la volontà di rendere rarissime le segnalazioni. O c’è pura incapacità progettuale e incomprensione profonda di cosa significhi once only. Perché questi sono sistemi realizzati al massimo l’anno scorso, quando i piani triennali Agid prevedevano questi concetti da almeno cinque o sei anni.

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Corrado Truffi

Scrittore saltuario in Medium (che sembra un luogo virtuale finalmente riflessivo, il che è un gran bene)